Qualcuno provvede a te? Tutela e congedo di maternità

Mutterschutzgesetz

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Quali norme esistono per tutelare le gravide e le mamme?

  • Esistono norme specifiche che tutelano la sicurezza, la salute e diversi divieti per tutelare le donne prima e dopo il parto.
  • Il congedo di maternità prevede l’astensione obbligatoria dal lavoro per un totale di 5 mesi fruibile in diverse modalità. In caso di parto pretermine i giorni non goduti vengono aggiunti al congedo di maternità.
  • Grazie alla tutela della maternità non subirai svantaggi finanziari.

Il nostro consiglio:

Chi ha diritto al congedo di maternità?

Le norme per la tutela della maternità valgono per le donne lavoratrici, prima e dopo il parto, che sono dipendenti comprese quelle con un contratto di apprendistato, di amministrazione pubbliche, di privati datori di lavoro nonché per i soci lavoratori di cooperative.

Le lavoratrici autonome, coltivatrici dirette, mezzadre e colone, artigiane ed esercenti attività commerciali comprese le imprenditrici agricole a titolo principale hanno anche diritto al congedo di maternità o astensione obbligatoria dal lavoro.

In caso di interruzione di gravidanza, volontaria o spontanea, i giorni di astensione vengono considerati, secondo le norme vigenti, come malattia.

ℹ️ Attenzione: Per le lavoratrici autonome e le libere professioniste esistono altre norme. Ulteriori informazioni a riguardo le trovi qui.

Che cosa viene regolato concretamente?

Un aspetto molto importante della tutela della maternità è il divieto di licenziamento.

Oltre a questo il decreto di tutela e sostegno della maternità e della paternità ha prescritto diverse misure per garantire la sicurezza e la salute al posto di lavoro, i lavori vietati ed i permessi per esami prenatali.

📘 Ti interessa anche il divieto di licenziamento

Congedo di maternità obbligatorio (maternità obbligatoria)

La maternità obbligatoria viene anche chiamata congedo di maternità obbligatorio. La legge che regola tutto ciò è il decreto legislativo n.151.

In linea di principio, ogni donna incinta ha il divieto legale di lavorare per un periodo di 5 mesi fruibile in modo flessibile prima e dopo il parto nelle seguenti possibilità:

  • A partire da 2 mesi prima della data presunta del parto e fino a 3 mesi dopo la nascita del figlio - Congedo di maternità ordinario
  • A partire da 1 mese prima della data presunta del parto e di 4 mesi nel periodo successivo alla nascita - Congedo di maternità con flessibilità
  • C’è in oltre la possibilità di spostare il periodo di astensione obbligatoria dal lavoro tutto dopo la nascita del neonato - Congedo di maternità con astensione interamente dopo il parto

Questi sono i periodi „fissi“ di protezione della maternità previsti dalla legge. Sono destinati a proteggere te e il tuo bambino e si applicano a tutte le donne che lavorano. L’indennità di maternità ammonta all’80% della retribuzione media giornaliera per le lavoratrici dipendenti e l’80% del reddito medio annuo per le autonome. Ulteriori informazioni per la lavoratrici autonome e libere professioniste le trovi qui.

ℹ️ La domanda va presentata all’INPS ed una copia all’amministrazione del Personale entro il 7°mese di gravidanza, inoltre essa va corredata dal certificato medico attestante la data presunta del parto.

Cos'è un divieto di lavoro?

Il divieto di lavoro durante la gravidanza è un elemento della legge sulla tutela e sostegno della maternità. Serve fondamentalmente a preservare la tua salute e quella del bambino se questa fosse messa in pericolo continuando a lavorare.

🔎 I lavori vietati possono essere quelli pericolosi, faticosi, insalubri e quando il lavoro è adibito al trasporto e al sollevamento pesi. Questo divieto vale in caso tu sia una lavoratrice a tempo indeterminato e determinato, lavoratrice a progetto e libera professionista con gestione separata Inps.

Se ti trovi Ion questa situazione, esistono le seguenti possibilità:

  • il tuo lavoro può essere adattato per soddisfare gli standard stabiliti dalla legge
  • puoi essere spostata di mansione
  • puoi essere parzialmente esentata dal lavoro
  • puoi essere esentata del tutto dal lavoro.

ℹ️ Importante: se ti viene vietato di lavorare durante la gravidanza, continuerai a ricevere una parte del tuo stipendio, nel caso tu non lavori affatto. Mentre se svolgi un lavoro diverso, anche se più semplice hai diritto allo stipendio. Questo significa che non subirai un grande svantaggio finanziario. Anche il tuo diritto alle ferie rimane in vigore.

📗Puoi leggere di più a riguardo proprio qui.

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Le norme vigenti per la tutela della maternità sono per proteggere bene te ed il tuo bambino. Se tu non ti sentissi bene, nonostante le attuali condizioni, parla pure con il tuo datore di lavoro.

Che cos’è la maternità anticipata?

Nei casi in cui è necessario un divieto di lavoro a lungo termine per proteggere la tua salute e quella di tuo figlio, che a volte può durare anche tutta la gravidanza, si parla di maternità anticipata o „interdizione anticipata di maternità“. Questo periodo precede i 5 mesi di maternità obbligatoria.

La maternità anticipata può essere richiesta solo se esiste una delle tre condizioni:

  1. la lavoratrice che aspetta il bambino ha problemi di salute legati allo sviluppo della gravidanza o malattie pre-esistenti che possono influenzare la sua gravidanza (lo decide la ASL);
  2. la lavoratrice è impegnata in attività che mettono a rischio la salute della gestante e del bambino/a (lo decide la Direzione Provinciale del Lavoro);
  3. se la lavoratrice che esegue un lavoro pesante, pericoloso o malsano non può essere trasferita ad un altro lavoro. (lo decide la Direzione Provinciale del Lavoro).

Nel primo caso la domanda va posta con il certificato di un ginecologo che attesti sia la gravidanza che il rischio, le complicazioni o la patologia precedente all’ASL e negli altri due alla Direzione regionale del lavoro.

✋🏼Nel caso in cui il ginecologo sia accreditato col SSN basterà il certificato per far partire le procedure. Se invece il ginecologo è privato la domanda dovrà essere inoltrata personalmente e la risposta del servizio ispettivo dovrà avvenire entro 7 giorni, oltre questo termine la domanda può essere considerata accolta.

ℹ️ Le libere professioniste possono andare in maternità anticipata solo nel caso in cui ci siano problemi di salute.

🤒 Attenzione - può esserci un rischio di confusione: un divieto di occupazione non ha a che fare con la malattia. Se sei malata durante la gravidanza o se le malattie preesistenti peggiorano, hai bisogno di un’indennità di malattia - non di un interdizione anticipata di maternità. In caso di malattia, anche la continuazione del pagamento del salario è regolata in modo diverso, ad esempio dopo il 4° fino al 120° giorno di malattia chi paga è l’INPS e non il datore di lavoro.

Controlli prenatali

Le lavoratrici gestanti hanno diritto anche a permessi retribuiti al 100% per gli esami prenatali. Questo significa che gli accertamenti clinici o le visite specialistiche che devono essere eseguite possono avvenire durante l’orario di lavoro. Il datore di lavoro dovrà essere avvisato in tempo e successivamente bisognerà mostrare una documentazione sull’orario e la data di effettuazione.

Lavoro notturno

In gravidanza e fino al compimento di un anno di età non è possibile effettuare turni notturni, ossia dalle 24 alle 6, perché considerati “anti biologici” rispetto al normale ciclo veglia-sonno che dovrebbe essere garantito per il corretto sviluppo del bambino.

Altre domande e preoccupazioni?

Il legislatore vorrebbe, grazie ai decreti, tutelare e proteggere te ed il tuo bambino. Egli desidera che tu possa lavorare e stare bene. Anche il tuo datore di lavoro desidera per te questo!

Può essere d’aiuto cercare dunque il colloquio con il proprio capo. Naturalmente la tutela della maternità e tutte le regole e norme possono venire rispettate solo se il datore di lavoro è al corrente della tua gravidanza.

A volte non è facile classificare bene la tua situazione lavorativa e poi esprimere anche la propria convinzione davanti al datore di lavoro.
Se ti senti in dubbio e ti manca l’esperienza a riguardo, rivolgiti a qualcuno di tua fiducia, magari una mamma o una collega che abbia già fatto questa esperienza. Non sei sola!

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